Il calcio in Italia
Altre forme di calcio furono giocate in Italia nei tempi antichi, la più antica delle quali fu l’Harpastum, giocata durante i tempi dell’Impero Romano. Questo gioco potrebbe aver influenzato anche altre forme in tutta Europa a causa dell’espansione dell’Impero, compreso il calcio medievale. A partire dal XVI secolo, il Calcio Fiorentino, un altro codice di calcio distinto dal gioco moderno, veniva giocato in Piazza Santa Croce a Firenze. Alcuni fiorentini famosi erano tra i giocatori del gioco, in particolare la famiglia Medici tra cui Piero, Lorenzo e Alessandro de’ Medici. Così come papi come Clemente VII, Leone XI e Urbano VIII che giocavano in Vaticano. Il nome calcio fu poi adottato per il calcio in Italia.
Nasce il calcio italiano: Torino e GenovaModifica
La variante moderna del gioco fu portata in Italia negli anni 1880. Edoardo Bosio, un commerciante dell’industria tessile inglese, aveva visitato l’Inghilterra e sperimentato il gioco. Tornò a Torino nel 1887 e fu motivato a contribuire alla diffusione del calcio nella sua patria. Fondò il primo club di calcio in Italia, il Torino Football and Cricket Club, quell’anno, mentre i Nobili Torino seguirono presto. Il secondo club portava il nome di nobili perché conteneva il Duca degli Abruzzi e Alfonso Ferrero di Ventimiglia (che sarebbe poi diventato un presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC)). I due si fusero nel 1891 per formare l’Internazionale Football Club Torino,
Genoa Cricket and Football Club, che nacque come club di cricket per rappresentare l’Inghilterra all’estero, fondato da inglesi nel 1893. Tre anni dopo, nel 1896, un uomo di nome James Richardson Spensley arrivò a Genova introducendo la sezione calcistica del club e diventandone il primo manager.
Nel 1898 era stata costituita la federazione rivale FIGC, con sede originariamente a Torino e il primo presidente Mario Vicary. La FIGC creò il Campionato Italiano di Calcio con i quattro club fondatori: Genoa, FBC Torinese, Ginnastica Torino e Internazionale Torino. La prima competizione si tenne al Velodromo Umberto I di Torino l’8 maggio 1898 e fu vinta dal Genoa. Mentre all’inizio era comune per i club competere in entrambe le competizioni FIGC e FNGI, i titoli vinti nel campionato FIGC sono gli unici ufficialmente riconosciuti dalla lega moderna.
Negli anni successivi, il torneo (chiamato Prima Categoria) fu strutturato in gruppi regionali con i vincitori di ogni gruppo che partecipavano ad uno spareggio con i vincitori finali dichiarati campioni. Fino al 1904 il torneo fu dominato dal Genoa, che vinse 6 titoli in 7 anni. Tra il 1905 e il 1908 si disputava un gruppo finale tra i campioni regionali per assegnare il titolo e la Coppa Spensley. La Juventus vinse il suo primo titolo e la Coppa Spensley nel 1905, ma i due campionati successivi furono vinti dal Milan.
L’italianizzazione e la “scissione” del campionatoModifica
Nel novembre 1907, la FIF organizza due campionati nella stessa stagione:
- Campionato Italiano, il torneo principale dove potevano giocare solo giocatori italiani; i vincitori sarebbero stati proclamati Campioni d’Italia e avrebbero ricevuto la Coppa Buni
- Campionato Federale, un torneo secondario dove potevano giocare anche giocatori stranieri (se residenti in Italia); i vincitori sarebbero stati proclamati Campioni Federali e si sarebbero aggiudicati la Coppa Spensley
La FIF voleva organizzare due campionati diversi per permettere alle società più deboli composte solo da giocatori italiani (“squadre pure italiane”) di vincere il titolo nazionale, e di relegare contemporaneamente i grandi club composti per lo più da giocatori stranieri più forti (“squadre spurie internazionali”) in una competizione minore per un “premio di consolazione”. La maggior parte dei grandi club (Genoa, Torino e Milan) si ritirarono da entrambi i campionati per protestare contro la politica autarchica della FIF. Il Campionato Federale fu vinto dalla Juventus contro la Doria, mentre il Campionato Italiano 1908 e la Coppa Buni furono vinti dalla Pro Vercelli, battendo Juventus, Doria e US Milanese. Tuttavia, il Campionato Federale vinto dalla Juventus fu poi dimenticato dalla FIGC, a causa del boicottaggio operato dai club dissidenti.
Nella stagione 1909, furono organizzati nuovamente i due diversi campionati, con la Coppa Oberti al posto della Coppa Spensley per il Campionato Federale. Questa volta, la maggioranza dei grandi club decide di ritirarsi solo dal campionato italiano per rendere la competizione federale il torneo più rilevante, e diminuire quella italiana. Il Campionato Federale viene vinto dalla Pro Vercelli, battendo in finale l’US Milanese, mentre il Campionato Italiano viene vinto dalla Juventus, sempre battendo in finale l’US Milanese. Tuttavia la strategia dei dissidenti funzionò: l’insuccesso del Campionato Italiano vinto dalla Juventus costrinse la FIGC a riconoscere successivamente i Campioni Federali della Pro Vercelli come “Campioni d’Italia 1909”, sconfessando l’altro torneo.
Il format fu modificato per la stagione 1909-10 che fu giocata in formato campionato. Nove club parteciparono, giocando tra loro sia in casa che in trasferta. La divisione tra campionato federale e italiano non fu completamente abolita, perché, pur unificando questi tornei, si decise per l’ultima volta di assegnare due titoli a fine stagione. Infatti, la FIGC stabilì che sarebbe stata proclamata Campione Federale (ora trasformato in titolo principale) la società prima classificata nella classifica generale, mentre sarebbe stata riconosciuta come Campione d’Italia (ora diventato titolo secondario) la società meglio piazzata tra le quattro “squadre italiane pure”, a seconda degli scontri diretti. A fine stagione, Pro Vercelli e Inter si piazzarono entrambe al primo posto, per cui fu necessario uno spareggio per assegnare il titolo federale (quello italiano fu vinto dalla Pro Vercelli). Questa stagione fu la prima vittoria dell’Internazionale, che sconfisse la Pro Vercelli in finale con il punteggio di 10-3. Anche il titolo italiano vinto dalla Pro Vercelli fu poi dimenticato.