Invecchiamento cellulare (il limite di Hayflick) e longevità della specie: un modello di unificazione basato sulla successione clonale
Viene presentato un modello che propone una specifica relazione di causa-effetto tra un potenziale di divisione cellulare limitato e la durata massima della vita dell’uomo e di altri mammiferi. Si basa sull’ipotesi della successione clonale di Kay che afferma che i letti cellulari in continua replicazione (ad esempio, midollo osseo, cripte intestinali, epidermide) potrebbero essere composti da cellule con potenziali di divisione brevi e ben definiti. In questo modello, le cellule di questi letti sono proposte per esistere in una gerarchia ordinata che stabilisce una sequenza specifica per le divisioni cellulari durante la vita dell’organismo. L’esaurimento del potenziale di divisione a tutti i livelli gerarchici porta a una perdita di funzione del letto e stabilisce un limite intrinseco alla longevità della specie. Viene definita una gerarchia specifica per la proliferazione cellulare che permette di calcolare il tempo di esaurimento del letto e, in definitiva, la mortalità dell’organismo. Il modello permette l’esistenza di un piccolo numero (n) di letti cellulari critici all’interno dell’organismo e definisce la morte dell’organismo come l’incapacità di uno qualsiasi di questi letti di produrre cellule. Il modello è coerente con tutte le principali osservazioni relative all’invecchiamento cellulare e organismico. In particolare, collega i PDL (limite di raddoppio della popolazione) osservati per varie specie alla loro durata di vita media; spiega il lento declino del PDL in funzione dell’età del donatore; stabilisce una durata di vita massima termodinamicamente stabile per una popolazione libera da malattie; e può spiegare perché i trapianti di tessuto sopravvivono ai donatori o agli ospiti.