L’ultima posizione del generale Gordon dopo l’assedio di Khartoum
Gakdul, domenica
Purtroppo, nessun dubbio può ora esistere sul fatto che il generale Gordon sia stato tra quelli massacrati quando Khartoum cadde nelle mani dei ribelli. Gli indigeni che sono fuggiti lo descrivono come se fosse stato ucciso mentre usciva dalla sua casa per radunare le sue fedeli truppe, che erano state colte di sorpresa. Furono ridotti a un uomo. Per ore la parte migliore della città fu teatro di un massacro spietato. Anche le donne e i bambini non furono risparmiati. Tutti i notabili, tranne gli infidi Pascià e i loro seguaci, furono passati a fil di spada.
Tutto questo sembrò fin dall’inizio troppo probabile quando Sir Charles Wilson, con i suoi piroscafi, salì fino a Tuti e vide oltre gli alberi che l’isola, le strade di Khartoum e le pianure fuori erano affollate di dervisci con striscioni sventolanti e nessun segno amichevole veniva dato dal Palazzo o l’insegna egiziana sventolava da qualche parte.
Se Gordon avesse tenuto il monastero fortificato, come alcuni sostenevano, avrebbe certamente sparato qualche colpo come segnale ai piroscafi. Le altre barche e i naggar di Gordon furono visti giacere accanto alle rive sul lato di Omdurman, che era occupato dai ribelli.
L’ufficiale più fidato di Gordon fu fedele fino all’ultimo, ma si nutrivano dubbi sulla fedeltà di Abdul Ahmed, il secondo in comando, ed egli li giustificò disertando.
Korti, lunedì, 11 30 P.M.
Sir Charles Wilson e il tenente Stuart Wortley sono arrivati qui questa sera da Gubat, dopo un viaggio di tre giorni e mezzo. Portano la notizia che tutto il gruppo che era stato lasciato sull’isola nel Nilo vicino alla Cataratta di Shublaka è stato salvato. Subito dopo che il tenente Stuart Wortley aveva portato a Gubat la notizia della difficile e pericolosa posizione in cui si trovavano a causa del naufragio del piroscafo, Lord Charles Beresford si imbarcò in un piroscafo, con un cannone Gardner e un equipaggio scelto di marinai, con alcuni soldati, per effettuare il salvataggio dell’intero gruppo.
L’isola dove Sir Charles Wilson e il suo gruppo erano naufragati è a breve distanza sopra uno stretto passaggio del fiume dove il nemico aveva montato alcuni cannoni. Qui, mentre Lord C. Beresford stava passando, fu pesantemente sparato, e proprio quando aveva quasi attraversato il passaggio, un colpo rotondo colpì la caldaia e lasciò i motori fuori uso. Per tutto il giorno il piroscafo rimase nel Nilo, incapace di muoversi ed esposto al fuoco del nemico, mentre la caldaia veniva riparata. Durante questo tempo, tuttavia, l’equipaggio e i soldati a bordo del piroscafo continuarono a sparare sulla batteria nemica con i loro fucili e con il cannone Gardner, che era così ben diretto e così efficace che dopo un po’ di tempo il nemico non osava più mostrarsi per un momento sopra il parapetto, ma si accontentava di sparare con i loro cannoni da dietro il loro riparo senza prendere la mira.
Nel frattempo Sir Charles Wilson, osservando il fuoco e percependo che era in corso un’azione, giudicò, notando la fuoriuscita di vapore, che il piroscafo era in stato di inabilità. Attraversò immediatamente la riva del fiume opposta a quella occupata dal nemico, portando con sé i suoi quattro cannoni, con i quali scese ad assistere Lord Charles Beresford. Con l’aiuto dei suoi uomini e dei suoi cannoni la batteria del nemico fu completamente messa a tacere verso sera.
Sir Charles Wilson procedette poi più giù lungo il fiume per tre miglia, poiché non c’era nessun posto più vicino dove il piroscafo potesse avvicinarsi abbastanza alla riva per portare il gruppo e le loro armi a bordo. Avendo scelto un terreno adatto vicino al fiume, Sir C. Wilson e il gruppo bivaccarono per la notte. Al mattino, essendo stata riparata la caldaia, Lord Charles Beresford si mise di nuovo in moto e tornò indietro con sicurezza oltre la posizione del nemico, che non lo molestò ulteriormente, ma contro il quale sparò alcune raffiche d’addio mentre passava. Quando fu vicino al bivacco di Sir Charles Wilson, il piroscafo si fermò e, dopo aver imbarcato tutto il gruppo, ripartì per Gubat, dove arrivò sano e salvo.
Nel tentativo di raggiungere Khartoum, il gruppo di Sir Charles Wilson navigò fino a poche centinaia di metri dalla città, e nella mente di tutti coloro che erano a bordo non c’era spazio per il minimo dubbio che le forze del Mahdi fossero in completo possesso del luogo.
Korti, martedì, 11 30 P.M.
Sir Charles Wilson e il tenente Stuart Wortley sono arrivati qui da Gubat, avendo fatto il viaggio in quattro giorni. Portano l’informazione della morte del generale Gordon il 4 febbraio.
Un messaggero del colonnello Boscawen a Gubat è arrivato qui, portando i dettagli della caduta di Khartoum. Ha dichiarato che uno degli infidi pascià ha fatto marciare la guarnigione di Khartoum verso il lato Omdurman della città, dicendo loro che l’attacco delle truppe del Mahdi era atteso lì. Nel frattempo l’altro Pascià ha aperto le porte di Khartoum, permettendo ai ribelli di entrare. Il messaggero aggiunge che il generale Gordon è stato accoltellato mentre lasciava la Casa del Governo.
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